La balestriglia, chiamata anche bastone di Giacobbe, raggio astronomicocroce astronomica o baculo (1), è uno strumento che si utilizzava per misurare la distanza angolare tra due astri e poteva essere impiegato anche per misure di distanza tra due punti inaccessibili.

Si tratta di un’asta graduata (detta freccia) dotata, ad una sua estremità, di un mirino. Lungo la freccia scorre un asse perpendicolare ad essa, chiamato martello, alle cui estremità erano disposte due punte (pinnule).

L’osservatore traguarda attraverso il mirino e, facendo scorrere il martello, fa coincidere le due pinnule con i due oggetti di cui vuole misurare la distanza angolare. La posizione del martello indica direttamente l’angolo richiesto sulla scala graduata.

La costruzione di una balestriglia consente molte varianti che dipendono dal materiale che si usa e dal grado di precisione che si vuole ottenere.

Per la sua progettazione, proponiamo nella prossima pagina un modulo di calcolo della scala da tracciare lungo la freccia.


(1)

Uno strumento somigliante alla balestriglia fu descritto per la prima volta dal matematico persiano Avicenna nel XI secolo. Probabilmente esso giunse in Europa nel 1342 quando Levi ben Gerson trattò di una balestilla, strumento composto da due barre perpendicolari. Successivamente la balestriglia ebbe diverse evoluzioni. Nel XVI secolo esistevano balestriglie dotate di vari martelli. Si usava la balestriglia anche in navigazione per misurare l’altezza delle stelle: il problema principale di questo strumento è che l’operatore doveva traguardare contemporaneamente entrambe le pinnule, una che puntava all’orizzonte e l’altra alla stella.

Lascia un commento