Con questo termine si intendeva originariamente un’asta verticale piantata nel suolo e utilizzata per misurare il tempo in base alle caratteristiche geometriche dalla sua ombra.

Con l’evoluzione degli orologi solari, il termine è stato usato per indicare lo stilo che proietta l’ombra sul quadrante. Lo gnomone è stato utilizzato per definire matematicamente i movimenti del Sole e per altre misurazioni fondamentali, quali la determinazione della linea meridiana, dell’azimut e altezza del Sole, della latitudine di un luogo, della obliquità dell’eclittica e della posizione del punto gamma.

La prima meridiana con gnomone sembra essere stata introdotta da Anassimandro di Mileto (610 – 547 a.C.). Egli posizionò un’asta verticale nell’agorà Sparta e la usò per dimostrare gli equinozi e i solstizi e probabilmente per misurare il tempo. Secondo Erodoto, i Greci avevano appreso l’uso dello gnomone dai Babilonesi. L’affermazione di Erodoto trova conferma nel MUL.APIN, testo cuneiforme risalente al 686 a.C.
La tavoletta contiene tabelle di dati astronomici, fra cui date di levate e tramonti eliaci e misure di lunghezze dell’ombra di uno gnomone. In base ai dati astronomici della tavoletta, gli studiosi ritengono che il testo originario sia stato compilato intorno all’anno 1000 a.C.

Il termine gnomone deriva dal greco gnomon (γνώμων) “che conosce”.

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