Definito dal matematico tedesco J.B.Listing nel 1873, il geoide è la superficie di livello della Terra, cioè la superficie che passa per il livello medio del mare in ogni suo punto, ed estesa idealmente anche sotto i continenti.
La superficie del geoide, in ogni suo punto, è perpendicolare alla verticale di quel punto, identificata dal filo a piombo, cioè dalla direzione della linea di forza del campo gravitazionale. Il piano tangente al geoide in un suo punto è l’orizzonte di quel punto.
La forma del geoide è molto irregolare perché dipende dalla presenza di montagne, valli e masse rocciose di diversa densità che modificano la direzione della verticale e l’inclinazione della superficie di un liquido in quiete.
In ogni caso la forma del geoide segue, con depressioni e rigonfiamenti, le depressioni e i rigonfiamenti della superficie fisica della Terra, anche se in modo meno accentuato.
Il geoide si definisce dai dati raccolti da innumerevoli misurazioni sul campo e, proprio per la sua complessità, non consente una definizione matematica. Per questo motivo, ai fini cartografici, si ricorre ad una sua approssimazione per mezzo di una forma matematica: l’ellissoide.
In ogni caso, il geoide è utilizzato dagli astronomi come riferimento per la misura della latitudine e longitudine astronomiche e dai cartografi per le misure altimetriche della superficie fisica.